L’arte del Taiko

La vibrazione è l’origine della vita.

La percussione è l’origine dell’arte musicale e culturale creata dall’uomo, si può dire che è la base della storia e cultura musicale, così come lo è nella composizione di un brano. Se ascoltiamo attentamente, il nostro stesso cuore batte in modo ritmico.

Il ”Taiko” è la percussione tradizionale della cultura Giapponese. Le antiche origini del taiko non sono chiare e rimangono avvolte in varie ipotizzazioni. Una scultura Haniwa (antica argilla giapponese) raffigurante un percussionista con un tamburo risalente ai secoli 600-700 d.c. dimostra la sua effettiva esistenza sin da quel periodo. La somiglianza con il tamburo Cinese e quello Coreano è all’apparenza molto alta, e non si può escludere una forte influenza da parte di queste due culture a loro volta influenzate enormemente da tutta l’India soprattutto attraverso il Buddismo.

Stando a questi fatti non è sbagliato ritenere che questo strumento abbia più di 2000 anni di storia.

Tuttavia la maggior parte delle correnti culturali hanno diminuito la loro influenza attorno al 900 d.c. ed è quindi da attribuire ai nativi artigiani Giapponesi gli sviluppi e i cambiamenti attuati da quel tempo fino ad ora.

La parola taiko è composta da due ideogrammi 太 tai 鼓 ko che letteralmente significa grande tamburo. La base in legno viene incavata da un unico tronco d’albero e le pelli che vengono applicate su entrambi i lati del tamburo, sono comunemente quelle di vacca e bisonte le quali con il loro spessore possono essere percosse energicamente senza lacerarsi.

Il suono e la vibrazione del taiko sono in grado di scuotere le fondamenta del cuore umano a tal punto che veniva spesso usato in battaglia durante eventi di ordine militare per intimorire e spaventare i nemici. Veniva anche utilizzato per impartire ordini e coordinare gli spostamenti delle truppe, essendo un potente strumento in grado di essere udito in tutto il campo di battaglia.

Oltre all’aspetto marziale, il taiko è sempre stato utilizzato in contesti popolari, culturali, religiosi e spirituali.

In un villaggio semplici colpi di tamburo venivano usati per segnalare diverse attività all’interno e all’esterno del nucleo cittadino.

Il taiko trovava spesso parte in cerimonie religiose sia buddiste che shintoiste, una tradizione che è perdurata fino ai nostri tempi infatti è uno dei pochi strumenti che si poteva e si può tutt’ora trovare nei templi e nei santuari. I monaci lo utilizzavano sia nella pratica quotidiana che in occasione di consacrazioni, ed essendo considerato uno strumento sacro solo ad alcuni prescelti ne era consentito l’utilizzo. Alcuni buddisti ritenevano che il suo suono rappresentasse la ”voce del buddha” e veniva utilizzato sia per sostenere la recita del mantra che durante cerimonie e danze. Mentre nei riti shintoisti veniva utilizzato per offrire e rivolgere le proprie preghiere alle divinità.

Il dio del tuono, portatore di pioggia e tempeste era rappresentato dal taiko che carico di energia dell’universo veniva battuto per creare fulmini ad ogni colpo. Nella credenza popolare giapponese si dice che con la sua vibrazione sia in grado di purificare l’ambiente in cui viene suonato scacciandone i demoni o le impurità che lo abitano.

Nei villaggi le feste venivano celebrate con il suono del tamburo, la gente lo suonava per rallegrare ed elevare lo stato d’animo. E’ da queste feste che si sono sviluppati poi la gran parte dei ritmi tradizionali che sono rimasti una fonte di ispirazione per tutti i percussionisti di taiko moderni.

Il taiko è senza dubbio capace di stimolare la nostra forza vitale, ed è in grado di metterci in una condizione che esprima al meglio il nostro essere e la nostra essenza. La sua vibrazione è capace di creare una risonanza con la parte più profonda di noi, con chi suoniamo e con chi ascolta. È facile trovare così un respiro comune, aumentando la sensibilità ed il pensiero positivo.

 

Questo tamburo richiede una notevole quantità di energia per essere suonato al meglio.

È quindi necessario apprendere le basi del corretto movimento del corpo per evitare di rovinarlo e raggiungere uno stato dove la mente si liberi dalle fissazioni a cui la società mondana ci abitua.

Il taiko viene considerato lo ”specchio dell’anima” per il modo così semplice e diretto in cui riflette la nostra condizione, sia mentale che fisica, che viene identificata subito tramite la pratica. Lo scopo dell’ allenamento è quello di far risvegliare, sviluppare e manifestare la vera forza interiore, creando una condizione di armonia nel corpo, nel cuore e nella mente, per cercare di approfondire lo spirito.

La direzione principale della ricerca e dello studio di ogni essere umano dovrebbe essere rivolta alla vita, il Taiko può essere lo strumento con cui manifestare il proprio carattere e la propria esperienza da cui anche gli altri possano trarre beneficio.

La postura, il movimento e la concentrazione sono tuttavia fondamentali nell’arte della percussione giapponese. Bisogna quindi focalizzarsi su come si muove il corpo per arrivare a colpire il tamburo, liberare la mente per sentire il suono e risuonare con la vibrazione per entrare nel ritmo.

Mugen Yahiro